I Complementi

I complementi sono parti della proposizione che completano ed arricchiscono il significato del predicato ("Mario ha mangiato una mela" "La mela è stata mangiata da Mario").
Se sono costituiti da avverbi si dicono avverbiali ("A scuola andrò sempre-avverbio di tempo o complemento di tempo avverbiale- volentieri -avverbio di modo o complemento avverbiale di modo-").

  1. Il complemento oggetto indica la persona, l'animale o la cosa su cui cade direttamente l'azione compiuta dal soggetto. Esso è retto sempre da un verbo transitivo attivo e diventa soggetto se si trasforma la frase al passivo ("Mario mangia la mela"; al passivo: "La mela è mangiata da Mario").
    Risponde alle domande: chi? che cosa?

  2. Il complemento di specificazione è un sostantivo, preceduto dalla preposizione "di", che specifica un nome precedente ("La casa di Mario" - "Il libro di storia").
    Risponde alle domande: di chi? di che cosa?

  3. Il complemento partitivo indica il tutto da cui si prende una parte ("Molti di noi vennero alle mani" - "Furono scelti tre fra gli alunni")

  4. Il complemento di termine indica la persona, l'animale o la cosa su cui ha termine l'effetto dell'azione ("Ho dato un libro a Mario").
    Risponde alle domande: a chi? a che cosa?

  5. Il complemento di vocazione indica la persona o l'animale a vantaggio o a svantaggio dei quali si compie l'azione ("I genitori lavorano per i figli").

  6. Il complemento di vantaggio o svantaggio (o vocativo) indica la persona, l'animale o la cosa personificata a cui ci si rivolge nel discorso diretto ("O Dio, abbi pietà di noi" - "Vittorio, quanto rompi!" - "Fido, porta le pantofole al padrone!" - "Quanto male fai a volte tu, o signora Verità!").

  7. Il complemento di esclamazione (o esclamativo) esprime uno stato d'animo (di gioia, di dolore, di stupore, ecc.) ed è costituito da una interiezione ("Ahi!" - "Ahimè!") o da un'intera espressione avulsa dal contesto logico della proposizione ("Che figura hai fatto!") o da entrambe le cose ("Ahimè, che figura hai fatto!" ).

  8. Il complemento di denominazione indica il nome proprio (per lo più geografico) di un nome comune precedentemente espresso. A volte è legato al nome comune dalla preposizione "di" (L'isola di Sicilia anticamente si chiamava Trinacria - "Il fiume Po è il più lungo dei fiumi italiani")

  9. Il complemento predicativo è dato da un sostantivo che serve a completare e definire il significato del predicato (I Romani elessero Cicerone console - Cicerone fu eletto console dai Romani)
    Come si può facilmente osservare, senza il sostantivo console le due frasi non avrebbero un senso compiuto.
    Il sostantivo console nella frase attiva si chiama complemento predicativo dell'oggetto perché riferito al complemento oggetto "Cicerone"; nella frase passiva si chiama complemento predicativo del soggetto perché riferito al soggetto "Cicerone".

  10. Il complemento di modo o maniera indica il modo in cui si compie l'azione ("Sto mangiando questa pizza con gran gusto" - "Vado sempre volentieri a teatro"). Risponde alla domanda: in che modo?

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